Questa la dichiarazione in merito all’arresto del terrorista Cesare Battisti della Presidente dell’Associazione “Memoria”, Mariella Magi Dionisi, vedova dell’Agente Fausto Dionisi ucciso il 20 Gennaio 1978 a Firenze da terroristi di Prima Linea durante un agguato al carcere de Le Murate in pieno centro cittadino.
“L’Associazione Memoria che raccoglie le famiglie vittime delle Forze dell’Ordine e della Magistratura per mano di terroristi, esprime i suoi rallegramenti a tutte le Forze dell’Ordine italiane che hanno lavorato bene e all’unisono per garantire la cattura del latitante e terrorista italiano Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per quattro omicidi negli anni Settanta. Condividiamo appieno il pensiero del Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha chiesto che sia garantito che ‘Battisti sconti la pena per i gravi crimini di cui si è macchiato in Italia e che lo stesso avvenga per tutti i latitanti fuggiti all’estero’. Veri e propri latitanti d’oro, che per anni hanno goduto – a differenza delle famiglie delle vittime con mogli rimaste vedove e piccoli figli orfani – di protezioni politiche e omertà da diversi settori della società. Il caso Battisti è uno, ma ci sono tanti altri assassini ancora in giro all’estero. L’ingiustizia più grande è che ai terroristi è stata concessa l’occasione di costruirsi una nuova vita, mentre per quanti sono stati uccisi non c’è stata una seconda opportunità. Confidiamo nel fattivo impegno dei Ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e dell’Interno Matteo Salvini per arrivare a tale traguardo, ormai atteso da molti da oltre 40 anni, perché in Italia, è bene ricordarlo, la Giustizia non è punitiva ma rieducativa”.
Esattamente 10 anni fa la Presidente Mariella Magi Dionisi aveva scritto all’allora Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva sullo status riconosciuto a Battisti: “Non abbiamo dubbi che lei e il suo Paese sappiano bene che in Italia nessuno è, e mai sarà, desideroso di vendetta o di persecuzione nei confronti dei terroristi che non hanno esitato a uccidere uomini servitori dello Stato italiano. L’Italia non è un paese giustizialista – scriveva Mariella Magi Dionisi -, l’Italia per anni ha riservato anche agli ex terroristi pagine intere sui giornali o trasmissioni televisive. Qui i terroristi hanno sempre una seconda opportunità di vita. Per i nostri morti e per noi familiari non è stato così. Volevo solo farle sapere – conclude – che nessun familiare di vittima del terrorismo penserebbe di perseguitare o di attentare alla vita di un terrorista. Le nostre uniche armi sono la legalità, la democrazia e la nostra Costituzione”.
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