Niente processo per Vito Biancorosso che partecipò all’ attentato a Fausto Dionisi, avvenuto nel ‘ 78
Ex terrorista confessa omicidio di un agente: reato prescritto
FIRENZE – Ha ammesso la sua piena responsabilità per l’ assassinio dell’ agente di polizia Fausto Dionisi avvenuto nel corso di un attentato al carcere fiorentino delle Murate, il 20 gennaio 1978, ventidue anni fa, ma l’ ex terrorista di Prima Linea, Vito Biancorosso, quarantadue anni, nome di battaglia «Mario o Brazil», dissociatosi nel 1983, per questo omicidio non sarà processato. Il reato infatti è prescritto, essendo trascorsi più di vent’ anni da quando è avvenuto il delitto. È quanto deciso ieri dal giudice per le indagini preliminari fiorentino Antonio Crivelli, al termine di un’ udienza che è durata oltre due ore. Per l’ attentato avvenuto alle Murate, Biancorosso venne chiamato in correità da un compagno di lotta nel 1981, ma quell’ elemento, secondo la ricostruzione della vicenda giudiziaria fatta ieri mattina dal pubblico ministero Gabriele Mazzotta, non venne ritenuto sufficiente a spiccare un mandato di cattura e quindi a richiedere l’ estradizione del terrorista. Biancorosso, che è stato arrestato in Francia e successivamente estradato in Italia per altri reati, tra cui alcune rapine, nell’ ottobre del 1980, proprio un anno dopo, nel 1981, decide di avvalersi del «principio di specialità» sfuggendo così alla procedibilità nei suoi confronti per l’ attentato al carcere delle Murate. Procedibilità che torna a essere possibile tuttavia nel giugno 1998, quando Biancorosso rientra in possesso del passaporto. Nel 1999, l’ ex terrorista di Prima Linea riconosce davanti al pubblico ministero la sua piena responsabilità per la morte dell’ agente di polizia Dionisi, elemento fondante per quella chiamata in correità, che nel 1981 invece non era stata ritenuta sufficiente. Sulle spalle di Biancorosso pesano tuttavia altri omicidi. Mario o Brazil fu condannato anche a vent’ anni e mezzo per l’ omicidio di un vigile urbano, Bartolomeo Mana, durante l’ assalto alla Cassa di Risparmio di Druento ,in provincia di Torino, avvenuto il 13 luglio 1979. In quell’ occasione nel commando di fuoco di Prima Linea c’ era anche Roberto Sandalo. Fu proprio quest’ ultimo che sparò al vigile provocandone così la morte.
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(5 febbraio 2000) – Corriere della Sera