TERMOLI ON LINE.IT 16 marzo 2015: Strage di via Fani: il ricordo dell’agente Giulio Rivera rivive a Guglionesi

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GUGLIONESI. “Ben farà il presidente Mattarella che oggi si recherà a via Fani per rendere omaggio ad Aldo Moro e noi qui rendiamo omaggio alla memoria di Giulio”: lo afferma il Sindaco di Guglionesi Leo Antonacci, emozionato e commosso per la sentita cerimonia che, nella sua semplicità e sobrietà, chiama a sé diversi uomini e donne per un evento sempre sentito.

“La commozione – ha aggiunto Antonacci – è sempre forte e riporta alla mente quel triste giorno, quegli anni difficili e il sacrificio di un giovane e dei suoi colleghi che hanno dato la vita per la patria. Un insegnamento che non si può cancellare e che deve essere ricordato per evitare di rivivere giorni del genere”.

E un pensiero è poi andato alla famiglia Rivera che da sempre “vive un dolore composto”.

A presiedere la cerimonia è stato don Giovanni Diodati della parrocchia San Paolo di Campobasso, nella diocesi metropolita.

Guglionesi si ferma qualche minuto, lo fa alle 10 di oggi, 16 marzo, in ricordo della scomparsa dell’agente della Polizia di Stato, Giulio Rivera, componente della scorta di Aldo Moro che morì nell’agguato di via Fani del 16 marzo 1978.

L’emozione è sempre la stessa al cimitero di Guglionesi dove la breve preghiera, la lettura del messaggio, i familiari e le autorità civili, militari e religiose, da sempre commemorano l’agente.

A 37 anni da allora mancano ancora le parole “giustizia” e “verità” su uno degli eventi più importanti della nostra storia, ma la riapertura del caso che ha seguito alla declassificazione dei documenti, ha spronato all’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta, tesa a capire come andarono davvero i fatti.

Un pezzo di storia molto sentito, anche per il Molise che ha versato il proprio sangue su questa vicenda. Se n’è parlato a Termoli e a Larino nei mesi scorsi, attraverso convegni promossi dall’onorevole Laura Venittelli del PD e dalla Commissione Anticorruzione di Vincenzo Musacchio, nell’ambito del progetto “scuola della legalità”.

E appena la scorsa settimana la scoperta nel covo brigatista dove, quasi ‘abbandonate’ e ora acquisite dalla commissione, giacevano 17 di 18 cassette dai contenuti ancora ignoti.

Saranno analizzate tutte, con mille dubbi su quella mancante, ma l’obiettivo è che si possa sciogliere una sorta di rebus tutto italiano. Lo confermano con gli occhi anche i parenti dell’agente Giulio Rivera che preferiscono non parlare della questione.

“In quel lontano 1978 non furono le Brigate rosse a uccidere Aldo Moro ma un complotto che chiamò in causa servizi segreti, Cia, Kgb, ma anche le omissioni della magistratura, le coperture della Polizia di stato, dei Carabinieri e le inefficienze del Governo dell’epoca”.

Lo disse Gero Grassi a Termoli, parlamentare PD e promotore dell’istituzione della nuova commissione chiamata a far luce sulla faccenda eppure, lo spettro, come affermava Carlo Bo, è che “abbandonarono Moro al proprio destino”.

Tutto in mano agli specialisti dei Ris, ma se ci sarà giustizia per Moro, ci sarà giustizia anche per il guglionesano Giulio Rivera.

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