IL CASO D'ELIA
2006 - 2007
Con le elezioni politiche del 2006 in Parlamento, e precisamente alla Camera dei Deputati, per la lista Rosa nel pugno, è stato eletto l'ex terrorista Sergio D'Elia, implicato e condannato dal Tribunale per l'uccisione a Firenze, il 20 gennaio 1978, dell'Agente di Polizia Fausto Dionisi.
I parlamentari italiani, in una delle loro prime sedute, hanno deciso di eleggere l'On. D'Elia alla carica istituzionale di Segretario della Camera dei Deputati.
Da subito l'Associazione si è mossa denunciando, assieme ad alcuni Parlamentari, di entrambi gli schieramenti politici, la tragica anomalia, ovvero che un terrorista, condannato per omicidio, possa sedere in Parlamento e ricoprire un ruolo istituzionale.
Come testimonia la nutrita rassegna stampa, consultabile anche sul nostro sito, gli organi d'informazione hanno dato ampio risalto alla questione.
Questione che è stata anche affrontata ufficialmente in diversi Consigli Regionali, Provinciali e Comunali in tutta Italia, che hanno approvato delle mozioni contro tale decisione del Parlamento di eleggere alla carica di Segretario un terrorista condannato per omicidio.
Tra questi il Comune di Firenze.
Vi proponiamo il video della seduta del Consiglio Comunale di Firenze dedicato alla questione.
La Camera dei Deputati ha discusso nei giorni 10 e 11 luglio 2006 una mozione parlamentare presentata da alcuni parlamentari di Forza Italia e Udc per chiedere al Governo di impedire l’accesso alle cariche istituzionali a coloro che sono stati condannati per gravi reati.
La mozione è stata ritirata poco prima del termine del dibattito del giorno 11 luglio.
A seguire il dibattito in Aula erano presenti anche membri dell'Associazione "Memoria" guidati dalla Vice Presidente e dall'Addetto Stampa e Portavoce del Presidente.
Piena solidarietà è stata espressa dal Segretario del Partito Democratico Piero Fassino che ha incontrato i rappresentanti dell'Associazione tra Montecitorio e Palazzo Chigi.
In piazza a Montecitorio, durante la discussione in aula, il Sindacato Autonomo di Polizia ha manifestato tutto il suo disappunto contro l'On. D'Elia e le forze politiche che lo sostengono.
La Presidente dell'Associazione "Memoria", Mariella Magi Dionisi, moglie del poliziotto Fausto Dionisi ucciso da un commando di ‘Prima Linea’ a Firenze negli anni settanta e per il cui omicidio è stato riconosciuto colpevole appunto il deputato Sergio D’Elia, ha scritto una lettera aperta che riportiamo integralmente:
"Voglio innanzitutto ringraziare quanti tra deputati, senatori, consiglieri comunali, provinciali e regionali, rappresentanti delle Forze dell’ Ordine, singoli cittadini e rappresentanti di molte altre realtà sociali in questi giorni mi hanno manifestato la loro profonda, sincera solidarietà e condivisione piena al mio sentire.
Un grazie particolare a quei deputati che hanno dato voce alle vittime del terrorismo.
Voce e solidarietà, non strumentalizzazione.
In riferimento alla discussione in aula di oggi, non posso far altro che prenderne atto e sottolineare la grande lontananza del Palazzo dal sentimento popolare che ho constatato durante la discussione.
Praticamente si è detto agli italiani tutti che si puo’ uccidere e far uccidere, tanto poi anche se solo ti dissoci, puoi ottenere la riabilitazione e diventare deputato, anche ministro e perché no anche Presidente della Repubblica.
Continuerò sempre a ripetere che l’ elezione e la successiva nomina di D’Elia sono state quantomeno inopportune, anche se si è riabilitato e impegnato nel sociale.
Doveva fermarsi lì.
Non vedo differenza tra chi spara e chi ha dato quell’ arma.
Non c’è desiderio di vendetta nelle mie parole, c’è solo desiderio di giustizia vera che non avrò mai, anche perché Fausto non potrà mai avere una seconda opportunità di vita.
Questo è quello che decisero per lui e per tutti gli altri D’Elia e compagni.
Ai deputati e ai rappresentanti del Governo e delle Istituzioni che sono intervenuti così attivamente, con tanto calore , con tanta passione e solidarietà nei confronti di D’Elia rivolgo l’invito ad essere coerenti e a rinunciare alla scorta delle Forze dell’Ordine, visto che non tengono in alcun conto il valore della loro vita".
Mariella Magi Dionisi
Tuttavia, anche dopo lo scioglimento anticipato delle Camere, l'ex terrorista Sergio D'Elia continua a pontificare a destra e a sinistra (non intesi come correnti politiche) soprattutto contro le Forze dell'Ordine, senza disdegnare minimamente il suo passato, anzi...
Eccovene un esempio: quello che è successo il 3 febbraio 2009 in Senato nella cronaca del quotidiana nazionale "La Nazione"